Rischi della mastoplastica additiva
La mastoplastica additiva, come ogni intervento chirurgico di qualunque genere, comporta rischi. Fortunatamente, l’importanza e l’incidenza di eventi avversi sono tali da rendere l’intervento sicuro e dai risultati generalmente soddisfacenti. In effetti, la mastoplastica additiva è uno dei tre interventi di chirurgia estetica più richiesti in Italia e nel mondo. I rischi della chirurgia estetica – a differenza della chirurgia “funzionale” – comprendono anche la probabilità di non raggiungere un risultato esteticamente soddisfacente per il paziente. Per questo motivo, è essenziale che la paziente verifichi con il chirurgo il grado di aspettativa in merito al risultato prima di sottoporsi all’intervento.
Inoltre, è importante considerare che ogni individuo reagisce in modo diverso all’intervento chirurgico e al processo di guarigione. Fattori come la qualità della pelle, l’elasticità dei tessuti e la capacità di cicatrizzazione possono influenzare i risultati finali. Un dialogo aperto e sincero con il chirurgo aiuta a stabilire obiettivi realistici e a comprendere meglio i potenziali risultati e le limitazioni dell’intervento. La paziente dovrebbe informarsi dettagliatamente sui vari aspetti dell’intervento, comprese le tecniche chirurgiche utilizzate e i materiali impiegati per le protesi.
(mastoplastica additiva rischi > probabilità evento avverso con l’intervento)
Rischio di Ematoma
Un ematoma, ovvero una raccolta di sangue, può formarsi dopo l’intervento di mastoplastica additiva. Sebbene l’incidenza sia relativamente bassa (circa 1%), le conseguenze sono generalmente lievi. La maggior parte degli ematomi sono di volume ridotto e tendono a riassorbirsi da soli. Tuttavia, in rari casi, può essere necessario intervenire per drenare il sangue accumulato e prevenire ulteriori complicanze.
Un ematoma si manifesta con gonfiore evidente e arrossamento del seno. In tale circostanza, è essenziale contattare immediatamente il chirurgo estetico per determinare le cause e adottare il trattamento appropriato.
Cause dell’Ematoma
L’ematoma è una possibile complicanza di qualsiasi procedura chirurgica. Per minimizzare questo rischio nella mastoplastica additiva, è fondamentale che il chirurgo presti attenzione all’emostasi, ovvero alla corretta coagulazione dei vasi sanguigni tagliati durante l’operazione. Inoltre, l’assunzione di farmaci anticoagulanti può aumentare il rischio di ematoma. È importante che le pazienti comunichino al chirurgo tutti i farmaci assunti, permettendo così una valutazione accurata delle eventuali controindicazioni.
Parestesia e sensibilità cutanea
La parestesia rappresenta una variazione temporanea della sensibilità della pelle. Dopo un intervento di mastoplastica additiva, è comune sperimentare una parestesia temporanea a causa di lievi danni ai nervi superficiali. Generalmente, la sensibilità cutanea ritorna alla normalità entro alcune settimane. Tuttavia, in alcuni casi, questa alterazione della sensibilità può persistere per diversi mesi e, sebbene sia estremamente raro, può diventare permanente. Seppur con una bassa probabilità di occorrenza, è importante considerare questo rischio.
Infezione
Questa è una complicanza con una incidenza molto bassa nell’ intervento di mastoplastica additiva. La Clinica Pallaoro ha protocolli molto rigidi per quanto riguarda la sanificazione del blocco operatorio, la sterilizzazione degli strumenti chirurgici e l’impiego dei materiali sanitari. Ciò rende questo rischio – nelle nostre statistiche – matematicamente irrilevante.
Gestione dell’ infezione
Qualora la zona interessata si presentasse arrossata e calda, si dovrà procedere immediatamente alla diagnosi della complicanza. La somministrazione di farmaci antibiotici dovrà essere personalizzata affinché si colpisca in maniera efficace la tipologia d’ infezione in corso. Per determinare il farmaco antibiotico più efficace si potrà eseguire un antibiogramma. Se un intervento di mastoplastica additiva subisce una infezione rilevante, è molto probabile che si debba rimuovere le protesi.
Sieroma dopo la protesi del seno
Il sieroma è una complicanza tipica degli interventi chirurgici che prevedono ampi scollamenti. La formazione della tasca mammaria per l’ inserimento della protesi comporta l’aumento della probabilità di sieroma. Per ridurre l’ incidenza della complicanza possono essere posizionati drenaggi che permettano la fuoriuscita del liquido.
La diagnosi del sieroma è legato alla sensazione dolorosa e al volume che questo produce. La formazione del sieroma – se contenuta – potrà risolversi spontaneamente. Altrimenti dovrà procedersi con il drenaggio chirurgico.
Asimmetria mammaria
Un certo grado di asimmetria dei seni è naturale e normale anche nei seni non operati. A seguito della mastoplastica additiva è quindi normale che una asimmetria modesta possa evidenziarsi. Quando l’ asimmetria è marcata si dovrà verificare la causa del problema. Tra le cause dell’ asimmetria mammaria dopo l’intervento può esserci l’ incapsulamento o la deflazione della protesi. In altri casi si può trattare della presenza di edema post operatorio. In questo caso potrà essere sufficiente aspettare qualche tempo per verificare la forma e dimensione del seno dopo il completo riassorbimento dell’ edema.
La chirurgia estetica del seno asimmetrico può richiedere diversi tipi d’interventi, a volte tra di loro combinati.
Mastoplastica additiva Rischi asimmetria mammaria
Contrattura capsulare
La mastoplastica additiva prevede l’ inserimento di una protesi di silicone dietro il tessuto mammario. La normale risposta del corpo all’ inserimento della protesi è la formazione di una capsula fibrotica attorno alla stessa. L’ impiego di protesi testurizzate e la corretta gestione del post operatorio della Clinica Pallaoro ha dimostrato l’ efficacia nella riduzione dell’ incidenza di questa complicanza.
Comunque qualora la capsula formatta attorno alla protesi dovesse diventare rigida e stringesse l’ impianto mammario, è possibile che si verifichi la deformazione del seno e che ciò sia doloroso.
Se la contrattura capsulare si è evidenziata in forma lieve, si potrà risolvere il problema procedendo con una manovra di “squeezing” che comporta una pressione tale da liberare la protesi dalla capsula. In casi invece severi potrà essere necessario un intervento chirurgico.
prevede l’ inserimento di una protesi di silicone dietro il tessuto mammario. La normale risposta del corpo all’ inserimento della protesi è la formazione di una capsula fibrotica attorno alla stessa. L’ impiego di protesi testurizzate e la corretta gestione del post operatorio della Clinica Pallaoro ha dimostrato l’ efficacia nella riduzione dell’ incidenza di questa complicanza.
Comunque qualora la capsula formatta attorno alla protesi dovesse diventare rigida e stringesse l’ impianto mammario, è possibile che si verifichi la deformazione del seno e che ciò sia doloroso.
Se la contrattura capsulare si è evidenziata in forma lieve, si potrà risolvere il problema procedendo con una manovra di “squeezing” che comporta una pressione tale da liberare la protesi dalla capsula. In casi invece severi potrà essere necessario un intervento chirurgico.
Rischio rottura della protesi del seno
La Clinica Pallaoro utilizza per gli interventi di mastoplastica additiva esclusivamente protesi Allergan, che risultano essere le protesi di migliore qualità al mondo. Comunque la protesi è un manufatto e come tale è soggetto alla possibilità di rompersi.
Le protesi sono progettate per sopportare la pressione del corpo ed oltre. Infatti la manipolazione energica del seno – dopo la completa guarigione – è un modo per ridurre il rischio d’ incapsulamento.
Perché si può rompere una protesi?
- Trauma
Un fortissimo trauma – ad esempio durante un incidente in macchina – può provocare la rottura della protesi. - Lesione durante l’intervento
La protesi potrebbe rompersi perché durante l’inserimento, la stessa è stata lesionata e quindi una pressione forte ma non eccezionale potrebbe procurare la rottura. - Mammografia
L’ esame mammografico prevede una pressione importante sul tessuto mammario. L’ evento “rottura durante mammografia” è comunque molto raro. - Invecchiamento
Con il passare degli anni è normale che il manufatto possa diventare più fragile anche se contemporaneamente la capsula periprotesica formata compensa tale fragilità.
Efficacia della mammografia
Le protesi mammarie possono ostacolare la visione nitida della ghiandola mammaria duranti gli esami diagnostici. Ciò rende necessaria una maggiore attenzione da parte dell’ operatore che esegue l’esame diagnostico. Sono indicate alcune manovre supplementari per visualizzare in maniera più nitida il tessuto mammario. Si tenga presente che ogni anno al mondo vengono eseguiti diversi milioni d’ interventi di mastoplastica additiva che successivamente dovranno eseguire le mammografie di routine.
Le donne che hanno in famiglia casi di tumore mammario, devono considerare l’opportunità di sottoporsi ad una mastoplastica additiva con mastectomia sottocutanea. In pratica la procedura rimuove il tessuto mammario ghiandolare e inserisce la protesi. Tale intervento può essere consigliato alle pazienti con casi in famiglia che desiderano preventivamente eliminare il rischio.
Mastoplastica additiva Rischi mammografia meno chiara
Rischio cicatrici insoddisfacenti dopo la mastoplastica
La qualità delle cicatrici dipende solo in parte dall’ operato del chirurgo estetico. Una buona parte dipende infatti dalle caratteristiche specifiche di cicatrizzazione della paziente. Il problema delle cicatrici per quanto riguarda la mastoplastica additiva con incisione periareolare – tecnica eseguita alla Clinica Pallaoro – è praticamente non presente. L’ esito cicatriziale si confonde tra la pelle rugosa dell’areola e la cute normale.
In generale le cicatrici posso allargarsi o ispessirsi a seguito di una eccessiva trazione meccanica dei lembi e / o a una tecnica di sutura inadeguata. Se si dovesse formare una cicatrice ipertrofica, può rendersi necessario un intervento chirurgico di revisione, il quale presenta simili rischi per quanto riguarda la cicatrizzazione.
Necrosi nella chirurgia del seno
La necrosi cutanea è dovuta ad una compromissione vascolare oppure all’ eccessiva tensione dei lembi. Questa complicanza è statisticamente irrilevante nell’ intervento di mastoplastica additiva. La zona in processo di necrosi assume un colore bluastro-violaceo e successivamente verso il pallore e la finale epidermolisi. Il processo di solito avviene nei primi 2 giorni e se la paziente è bendata diventa difficile verificare l’ evento.
Il metodo migliore per affrontare il rischio di necrosi è la prevenzione. Questa si basa fondamentalmente su una chirurgia abile e non eccessiva, con la ricerca di una emostasi operatoria ben modulata e la progettazione della chiusura dei lembi mai troppo tesa. Pazienti diabetici e fumatori presentano rischi maggiori di necrosi.
Difficoltà nell’allattamento
Nella mastoplastica additiva si esegue un’incisione periareolare e si procede con la formazione della tasca mammaria. Non si incidono i dotti galattofori e conseguentemente la capacità d’allattamento della paziente viene conservata. Va inoltre sottolineato che la protesi viene posizionata dietro la ghiandola mammaria. Non c’è alcun fattore di disturbo con la normale funzione del seno di allattare.
Alcuni studi hanno invece evidenziato che le donne con protesi hanno una minore predisposizione all’ allattamento dovuta al fatto che si ritiene che allattamento possa diminuire la gradevolezza del loro seno. Su questo punto ci sono dibattiti scientifici che in linea di massima “scagionano” l’allattamento dall’ accusa di essere responsabile del deterioramento estetico mammario.