


Il seno svuotato è un inestetismo che interessa molte donne, specialmente dopo eventi significativi come la gravidanza, l’allattamento, un dimagrimento importante o semplicemente per effetto del naturale processo di invecchiamento. Si presenta con una perdita di volume e tonicità, spesso accompagnata da un aspetto cadente e poco armonico. In questi casi, la mastoplastica additiva si propone come una soluzione efficace per ripristinare il volume, la forma e la proiezione del seno, restituendo alla paziente un profilo corporeo più proporzionato e un miglioramento della propria autostima.
Cos’è il seno svuotato: cause e caratteristiche
Con il termine “seno svuotato” si indica una condizione in cui la mammella perde consistenza e volume, apparendo visibilmente rilassata e meno tonica. Questo fenomeno è spesso accompagnato da una cute distesa e da una minore presenza del tessuto ghiandolare.
Le cause principali sono:
- Gravidanza e allattamento: cambiamenti ormonali e variazioni di volume che mettono sotto stress i tessuti mammari.
- Dimagrimento importante: la perdita di grasso corporeo coinvolge anche il tessuto adiposo del seno.
- Invecchiamento: perdita di elasticità cutanea e riduzione del tono muscolare.
È importante distinguere tra ptosi mammaria (discesa del complesso areola-capezzolo) e svuotamento: nel primo caso il seno cade, nel secondo perde volume ma può mantenere una posizione relativamente corretta.
La mastoplastica additiva come soluzione per il seno svuotato
La mastoplastica additiva è un intervento chirurgico che prevede l’inserimento di protesi mammarie per aumentare il volume del seno. Nei casi di svuotamento mammario, l’obiettivo è:
- Ripristinare pienezza e proiezione della mammella
- Riconferire al seno un aspetto giovane e naturale
- Migliorare la simmetria e l’armonia del torace
L’intervento è indicato per pazienti in buone condizioni di salute, con aspettative realistiche e consapevoli del tipo di risultato che si può ottenere. In alcuni casi, può essere combinato con un intervento di mastopessi (lifting del seno) se è presente anche ptosi.
Tecniche chirurgiche utilizzate
Le tecniche variano in base alla condizione di partenza e all’obiettivo desiderato. Le principali sono:
- Protesi mammarie: disponibili in diverse forme (rotonde, anatomiche), dimensioni e proiezioni. Possono essere posizionate sotto la ghiandola o sotto il muscolo pettorale (dual plane).
- Mastopessi con protesi: combinazione di lifting e aumento, indicata se lo svuotamento è associato a cedimento del tessuto.
- Correzione della ptosi: se l’areola è scesa, è necessaria una rimodellazione del complesso areola-capezzolo.
Cosa aspettarsi prima, durante e dopo l’intervento
Il percorso inizia con una visita specialistica per valutare la situazione clinica e discutere gli obiettivi della paziente. Segue:
- Scelta della protesi: si valuta insieme la forma, il volume e il tipo di impianto più adatto.
- Intervento chirurgico: dura circa 1-2 ore, in anestesia generale. Il ricovero è generalmente in day hospital o con una notte di degenza.
- Recupero post-operatorio: si consiglia riposo per 5-7 giorni e l’uso di un reggiseno contenitivo. Il ritorno alle normali attività avviene gradualmente in 2-3 settimane.
Risultati e durata dell’effetto
Il risultato è visibile fin da subito, ma il seno assume la forma definitiva dopo qualche mese. Gli impianti di nuova generazione sono molto resistenti e durevoli, ma si consiglia un controllo periodico e, in alcuni casi, una sostituzione dopo 10-15 anni. La longevità del risultato dipende anche da fattori individuali come lo stile di vita, l’elasticità cutanea e le eventuali variazioni di peso.
Domande frequenti (FAQ)
1. Quando è indicato l’intervento di mastoplastica additiva per seno svuotato?
Quando il seno ha perso volume ma la paziente desidera una forma piena e naturale. È spesso richiesto dopo allattamento o dimagrimento.
2. Qual è la differenza tra protesi anatomiche e rotonde?
Le anatomiche imitano la forma naturale del seno, le rotonde offrono maggiore proiezione e un effetto push-up. La scelta dipende dalle caratteristiche anatomiche della paziente.
3. Quanto dura il risultato dell’intervento?
In media 10-15 anni, ma molti impianti possono durare anche di più se non insorgono complicanze.
4. È possibile allattare dopo l’intervento?
Sì, se l’intervento è eseguito correttamente, le capacità di allattamento non vengono compromesse.
5. L’intervento lascia cicatrici visibili?
Le cicatrici sono piccole e ben posizionate (in genere nel solco sottomammario o periareolare), e con il tempo diventano poco visibili.
6. Ci sono limiti d’età per sottoporsi all’intervento?
È indicato per donne maggiorenni in buona salute. Non esiste un limite massimo, ma è necessaria un’attenta valutazione clinica.